L’oro nero: dalle viscere della terra il combustibile del mondo
Chi lo possiede diventa ricco e per possederlo si scatenano guerre
Lo chiamano “oro nero” perché chi lo possiede può diventare ricco, molto ricco. In suo nome, più che altro per possederlo, si sono scatenate guerre, anche recentemente. Stiamo parlando del petrolio il combustibile di origine fossile ancora molto utilizzato e presente nel sottosuolo in particolare n certe parti del mondo come il Medio Oriente, il Sudamerica, negli Stati Uniti ma in parti minori, anche in Europa. Per estrarlo si utilizzano grandi trivelle che lo risucchiano dalle viscere della terra o del mare e poi lavorato in raffinerie diventa combustibile utilizzato per generare la benzina, il diesel, il cherosene, la nafta… e altro ancora. Insomma, è indubbio che il petrolio fa girare il mondo, in tutti i sensi.
Come spiega bene la Treccani il ruolo di protagonista del petrolio nell’economia mondiale “deriva da due fatti diversi e strettamente connessi: il petrolio è una delle più importanti fonti di energia ed è anche la materia prima fondamentale per buona parte dell’industria chimica. Il petrolio copre per il 40% il consumo mondiale di energia, superando di gran lunga tutte le altre fonti primarie; è infatti seguito a distanza dal carbone (23%) e dal gas naturale (23%), mentre l’energia idroelettrica o prodotta con le centrali non arriva al 14%”.
Oggi si sa con certezza che l’attività estrattiva non fa bene alla Terra e anche che liberato nell’aria dopo la trasformazione in vari combustibili contribuisce a incrementare l’inquinamento. Del petrolio però forse non si conoscono tutti gli aspetti e si potrebbe scrivere e stampare una rivista bella corposa, magari online su Stampaprint, contenente tutti gli aspetti relativi a questa miscela oleosa.